AENEMICA

Metal Hammer Italy Review

METAL HAMMER ITALY REVIEW

Gianluca Grazioli

Provengono dalla Germania nord occidentale questi Aenemica che, sebbene al tempo della pubblicazione del loro debut „Empty Inside“ si fossero affidati unicamente alle proprie forze in un’autoproduzione, sono riusciti a ritagliarsi già una discreta attenzione della scena, grazie ad una meticolosa operazione di promozione e certamente grazie ad una buonissima qualità subito sciorinata nella loro opera prima.

„Empty Inside“, che inizialmente era previsto come full length ma poi accorciato a causa di problemi di salute di alcuni membri della band, è un EP che alterna sapientemente diversi elementi del panorama rock/metal odierno, sebbene troviamo la definizione affibbiata agli Aenemica come quella di „alternative progressive rock“ o addirittura „melodic rock“ (questo proprio no) assai fuorvianti per chi dovesse avvicinarvici solamente traendo spunto dalla categorizzazione.

L’attitudine vagamente progressive risiede perlopiù nel variegato e frenetico drumming, mentre sono le emozioni a farla da padrone nella musica degli Aenemica, un bel mix tra tematiche intense, oscure, sanguigne e di impatto, situazioni che spesso con il prog hanno assai poco a che fare. Basti citare come influenze primarie quelle degli ultimi Anathema (in primis), Tesseract o Monuments per inquadrare al meglio „Empty Inside“, e ci vogliamo aggiungere anche qualche eco del meraviglioso „Apoptosis“ dei Sole Remedy per completare il bel quadro che questo quintetto tedesco ci offre.

Quando più squisitamente rock, quando più rocciosamente metal, gli Aenemica conquistano sin dal primo ascolto senza risultare banali, grazie ad arrangiamenti equilibrati ed intelligenti ma che non appesantiscono mai brani lineari e leggeri, memorizzabili sin da subito ma non scontati od abusati.

Unica evidente pecca, all’interno di una comunque adeguatissima produzione, quella della registrazione della voce, talvolta lasciata troppo allo sbaraglio e bisognosa di maggiore cura in fase di post produzione, come nel comunque positivo brano „Same Old Story“ in cui si sfiora la stonatura.

Ottima l’apertura di „Aenemic“ così come la doppia chiusura di „Beautiful“ che mostra, contestualmente, entrambe le anime della band. Senza dubbio da approfondire ed apprezzare alla prima prova su lunga distanza, sperando che il sovraffollamento che sta attraversando il mercato non li condanni ad una ingiusta indifferenza.

7,5/10